
L’analisi dei costi è uno dei principi cardini per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Per ottimizzare i risultati reddituali di un’azienda, infatti, è fondamentale conoscere e governare tutta la struttura dei costi aziendali attraverso una dettagliata studio degli stessi.
Che cos’è l’analisi dei costi aziendali?
Al fine di massimizzare i risultati reddituali e l’efficienza di un attività economica è necessario conoscere e governare la struttura dei costi aziendali mediante una dettagliata analisi e un accurato monitoraggio periodico degli stessi.
L’analisi dei costi aziendali è un processo contabile di ottimizzazione delle risorse a disposizione di un’azienda. Oltre ad offrire una fotografia chiara sulla situazione economica dell’azienda, permette di individuare, nello specifico, la fonte di un eventuale spreco e, al contempo, eliminarla.
Assieme al Budget aziendale è uno degli strumenti più importanti del Controllo di Gestione e rientra nella sfera della programmazione e pianificazione aziendale.
Analisi dei costi: a cosa serve?
Un efficiente analisi dei costi aziendali e un monitoraggio costante delle operazioni di gestione dell’impresa consentono di avere il pieno controllo dello stato di salute dell’azienda.
Non solo: consente di fare delle previsioni sull’andamento futuro dell’azienda. Motivo per cui, l’imprenditore è sempre messo in condizione di poter modificare le strategie interne, precedentemente stabilite di attuare in quel determinato periodo di tempo, quando identifica un andamento errato dell’azienda.
L’analisi dei costi è una delle operazioni più importanti che ogni imprenditore dovrebbe fare indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Ti consente di verificare quanto spendi per ogni fornitore, o per ogni tipologia di fornitura. Solo avendo un quadro chiaro di quanto hai speso, puoi stabilire il prezzo di vendita del prodotto.
Se non sai quanto costa produrre un prodotto, non lo venderai mai al giusto prezzo. I tuoi profitti saranno tendenzialmente più bassi di quelli che potresti conseguire, oppure le tue vendite risentiranno di un prezzo troppo alto o di una politica commerciale errata.
La determinazione del prezzo di vendita, quando non si ha un controllo dettagliato dei costi, viene fatta facendo leva sulla somma tra:
- il costo delle materie prime,
- del personale,
- spese generali.
A questo ci aggiungiamo il margine di profitto ed abbiamo il prezzo di vendita. Ma funziona veramente così? Ovvio che no!
Nella determinazione del prezzo di vendita è necessario prendere in considerazione i costi produttivi, che vanno ad incidere e non poco nel prezzo finale.
Ad esempio, nella scelta del prezzo di vendita devono essere presi in considerazione anche i costi di ammortamento e molti altri ancora presenti nell’azienda.
Avere una netta distinzione tra costi produttivi e di produzione, diretti e indiretti, consentirà di effettuare una stima dei costi con un margine di errore ridottissimo. Essere a conoscenza della quantità di pareggio permetterà all’azienda di sapere esattamente da che punto in poi comincerà a maturare un profitto.
Un’azienda che non tiene traccia di come vengono spesi i soldi, non solo è sottoposta a inutili rischi, ma è destinata a fallire poiché non mantiene il controllo sulla propria produzione.
Un pieno controllo dei costi, ma anche di tutta la struttura finanziaria aziendale, è fondamentale per capire le possibilità economiche dell’azienda e ridurre il rischio di fare investimenti azzardati che, col capitale interno, non sarebbero possibile.
Come devi distinguere i costi
Analizzare i costi non è semplice ma nemmeno complicato. Innanzitutto è necessario suddividere l’azienda in vari settori.
Poi, per ogni settore, bisogna:
- effettuare un’analisi dei costi, identificando in maniera dettagliata da dove derivano tutte le voci spesa riferiti ad un determinato periodo di tempo
- e poi stabilire se questi appartengono ad un settore invece che ad un altro e se uno stesso costo può essere attribuito a più settori dell’azienda.
Poi capire che, i costi, sono divisi in 2 categorie:
- di produzione: indica tutti i costi direttamente proporzionali ai ricavi, quindi quelli necessari per produrre un prodotto durante l’anno;
- produttivi: indica tutti i costi di struttura che non sono proporzionali ai ricavi, ma che comunque l’azienda deve sostenere per operare, a prescindere dai ricavi.
Molti imprenditori e spesso anche molti consulenti parlano di costi produttivi definendoli “fissi”, ma in realtà non sono affatto fissi. Questi, non variano in modo direttamente proporzionale ai ricavi, come invece accade per i costi di produzione.
Di fatto possiamo dire che i costi produttivi sono “a scaglioni”, infatti sono costi fissi fino ad un certo scaglione di attività o di fatturato, poi si attestano allo scaglione successivo e restano tali fino ad certo volume di fatturato e così via.
Produttivi e di produzione: quali altri costi esistono?
Per una corretta analisi dei costi, oltre ai costi di produzione e produttivi, è necessario prendere in considerazione tutti i costi inerenti l’azienda. Tra questi, abbiamo costi:
- diretti, attribuibili ad uno specifico progetto (costo del lavoro, materie prime e attrezzature per portare avanti il progetto);
- indiretti, attribuibili all’intera struttura aziendale (costi di gestione, utenze e affitti);
- marginali, varia al variare di quelli di produzione;
- standard, ottenuto ipotizzando condizioni operative normali;
- effettivi, valore reale.
Possiamo suddividere i costi per utilità nel tempo:
- costi pluriennali, ripartito su più esercizi (esempio costi per l’acquisto di beni materiali e immateriali);
- costi d’esercizio, di competenza di unico esercizio e sostenuti per gli acquisti di fattori produttivi.
Ma per distinguere tutti questi costi è necessario saper leggere il Conto Economico: è lì che vengono raggruppati tutti costi sostenuti e che sostiene l’azienda. La lettura del bilancio, per via dei tecniniscimi e vincoli normativi, sappiamo non sia una cosa facile.
Se lo traduci è meglio
Un altro passaggio da fare è quello di renderlo più semplice, in altri termini devi saper tradurlo – pratica che, in contabilità, viene chiamata Riclassificazione del Conto Economico.
Sostanzialmente, non devi fare altro che, aggirare tutti i tecniniscimi tipici della contabilità, e riordinare i numeri in maniera diversa in modo tale che appena metti gli occhi su quel dato, sai già di cosa si tratta e sai come devi comportarti.
Se per le grandi multinazionali ormai è una prassi, per la maggior parte delle piccole imprese, no! Eppure, se traduci il bilancio, ponendo l’attenzione sul Conto Economico, ti si aprirà un mondo, perché avrai una visione chiara e concreta dell’andamento della tua azienda.
Allo stesso tempo le piccole imprese sbagliano quando vedono il bilancio come un semplice documento che serve a dare una valutazione dell’utile aziendale o dall’analisi dei ricavi oppure per comparare i costi dell’anno corrente con quelli dell’anno precedente.
Attenzione! La riclassificazione del bilancio non è obbligatoria, ma se fino ad ora ti sei mosso alla cieca e ti è andata bene, non è detto che la stessa cosa succederà in futuro.
Evita di commettere l’errore che la maggior parte degli imprenditori fanno: controlla i costi in maniera costante!
L’investimento sarà sicuramente ripagato perché ti permetterà di poter:
- verificare come questi si creano,
- prendere decisioni più rapide e precise, così da poter dare uno slancio al tuo business.
Oggi, grazie a XribaBooks, puoi avere il Conto Economico riclassificato per analizzare i costi che sostiene la tua azienda in tempo reale. XribaBooks rende ancora più semplice ed immediata la consultazione di questi dati!
Infatti all’interno della sezione Analisi Dati Aziendali, avrai la possibilità di visualizzare una dashboard con tutte le principali voci del tuo Conto Economico aziendale, suddivise in previsionale ed effettivo.