Break even point

Chi fa attività d’impresa dovrebbe sapere cosa sia e come calcolare il Break even point (BEP) della propria attività. Si tratta del punto di pareggio in cui ricavi e costi complessivi si equivalgono ed il profitto aziendale è pari a zero. Viene utilizzato per ridurre i rischi di un’attività di business.

 

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Break Even Point: cos’è?

Il Break even point è una grandezza che serve a calcolare il punto di pareggio tra i costi totali sostenuti dall’azienda ed i ricavi generati dalle vendite. Serve quindi a stabilire quante unità è necessario produrre per riuscire a coprire i costi della produzione.

In altri termini, il Break even point indica il punto di pareggio nel quale profitto e perdite aziendali sono pari a zero.

Chi fa impresa, o chi decide di voler avviarne una, deve sapere che è fondamentale fare un’attenta analisi dei rischi. E, proprio grazie al Break even point, l’azienda è in grado di ridurre notevolmente i rischi.
Consente, infatti, di sapere l’esatto volume di fatturato minimo che l’azienda deve perseguire per non registrare perdite (qualsiasi esse siano).

Il Break even point non è solo utilizzato per prevenire i rischi ma parliamo di uno strumento di importanza fondamentale per il controllo dell’attività di produzione. Infatti:

  • permette di controllare gli utili e le perdite durante la produzione;
  • consente di agire subito quando l’andamento è negativo.

Il BEP, quindi, studia la relazione esistente tra i 3 fattori principali dell’azienda (costi fissi, costi variabili e volumi di produzione) con lo scopo di identificare la quantità di ricavo necessaria per coprire i costi totali.

 

Costi fissi e costi variabili: qual è la differenza?

Parlando di costi, è necessario specificare la differenza tra i 2 appena detti:

  • costi fissi, spese che non variano al variare della quantità di produzione. Ad esempio, se l’azienda produce 0 unità o 300 unità, questi costi rimangono stabili (spese per affitti degli spazi aziendali o stipendi dei dipendenti);
  • costi variabili, spese che invece variano, o possono variare in base alla quantità di produzione. Dunque, aumentano o diminuiscono in base al numero di unità che l’azienda produce (spese per materie prime, consumo energetico o manutenzione delle attrezzature aziendali).

 

Esempio di calcolo del BEP

Il Break even point (BEP) viene calcolato mediante un’analisi specifica: Break even analysis la quale applicazione richiede la conoscenza dei costi fissi e quelli variabili dell’azienda.

Abbiamo 2 metodologie di calcolo:

  • Metodo grafico o diagramma di redditività

Il diagramma di redditività mette in relazione: costi variabili e fissi, ricavi e volumi di produzione. Attraverso questo metodo di calcolo riportiamo su un piano cartesiano i dati:

    • sull’asse X volume di produzione;
    • sull’asse delle ordinate i costi.

I costi fissi sono rappresentati da una retta parallela. I costi variabili sono invece rappresentati da una retta inclinata positivamente, visto che variano al variare del fatturato e di conseguenza anche i costi totali.

la retta dei ricavi totali. Guardando il grafico, il BEP è 400.

Inoltre:

    • Area col segno “+” è sinonimo di zona di profitto (il fatturato supera i costi e il BEP);
    • Area col segno “-” è sinonimo di perdita (i costi non sono stati coperti dai ricavi).

Nota bene – è possibile anche che le rette non si intersecano mai. Questo succede quando i costi sono altissimi ed è impossibile raggiungere il punto di pareggio.

  • Metodo analitico

Grazie al metodo analitico, che trasforma i ricavi e i costi dell’azienda in formule matematiche, è possibile calcolare il Break even attraverso lo svolgimento di un’equazione.

Questa formula può essere utilizzata per le aziende che producono sia uno che più prodotti e va applicata per ogni singolo prodotto. La formula è la seguente:

BEP = CF / (PV – CVU)

Dove:

BEP = Break even point, quantità di unità da produrre per pareggiare i costi;
CF = costi fissi;
PV = prezzo di vendita di una sola unità del prodotto;
CVU = costo variabile unitario, ovvero il costo variabile applicato a quella singola unità di prodotto;
(PV – CVU) = Margine di Contribuzione, cioè l’incidenza dei costi fissi sul prezzo di vendita, ovvero quanto rimane dopo aver coperto i costi;
CT = CF + CV, rappresenta i costi totali (fissi e variabili).

Per renderla più semplice:

BEP = Costi fissi / (Prezzo di vendita del prodotto – Costo variabile unitario)

ESEMPIO:

Ora vediamo un caso pratico di calcolo mediante il metodo analitico.

Supponiamo che:

    • i costi fissi sono pari a 200.000, CF = 200.000;
    • il prezzo di vendita è pari a 900 euro, PV = 900;
    • il costo variabile 400, CVU = 400.

Se BEP = CF / (PV – CVU), avremo:

BEP = 200.000 / (900 – 400) = 400

L’azienda, per pareggiare i costi, deve produrre 400 unità di un determinato prodotto. Se vende al prezzo stabilito, 900 euro, pareggia i costi e non va in perdita.

 

5 motivi per cui ogni azienda dovrebbe calcolare il BEP

Calcolare il BEP, per l’azienda, che sia in fase di start up, o ormai consolidata, è molto importante per 5 validi motivi:

  1. permette di fare una previsione efficace del futuro dell’azienda, identifica la quantità di vendita che dovrà essere prodotta per raggiungere il punto di pareggio. Si tratta, dunque, di uno strumento di primaria importanza per redigere il business plan dell’azienda;
  2. grazie al BEP è possibile stabilire il prezzo ottimale di vendita del prodotto aziendale. La redditività dell’azienda dipende tutta dalla vendita dei prodotti, più si vende e più la redditività si alza. Pertanto è importante stabilire un prezzo giusto per assicurare profitto al business;
  3. permette di effettuare un controllo oculare sull’attività produttiva e, in particolare, identificare gli utili e le perdite durante tutto lo svolgimento dell’attività produttiva di un determinato periodo;
  4. permette di stabilire obiettivi chiari basati su dati realistici e concreti, possono essere prefissati seguendo delle non logiche mentali ma basate sui numeri;
  5. riduce in maniera esponenziale i rischi aziendali, si ha maggiore concretezza dei dati necessari per capire la copertura dei costi da sostenere. Di conseguenza è più facile ridurre al minimo o evitare operazioni che possono rivelarsi meno efficaci o, nella peggiore delle ipotesi, fallimentari.

Ma per fare questo devi conosce i costi, saperli leggere, controllarli e analizzarli. Ma tutto questo com’è possibile senza un reale monitoraggio dei numeri dell’azienda effettuato attraverso il Controllo di Gestione?

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