
Il nuovo Codice delle Crisi d’impresa impone ulteriori obblighi alle imprese per prevenire un eventuale periodo di tensione della società.
Diventa necessario monitorare tutti i flussi di cassa per evitare di arrivare ad uno stato di insolvenza che possa trasformarsi in fallimento e per alcune società vige anche l’obbligo di nomina dell’Organo di Controllo.
Crisi d’impresa: cosa cambia per l’imprenditore?
Con la riforma della Crisi d’impresa – che ha come obiettivo quello di prevenire la crisi e salvaguardare la continuità aziendale – la gestione di una società verrà stravolta significativamente.
L’imprenditore per rispettare la nuova normativa deve dotarsi di un’organizzazione amministrativo/contabile – adeguata alla natura e alla grandezza della sua impresa – in grado di monitorare i flussi di cassa dell’azienda.
In altre parole, è obbligatorio verificare, periodicamente, che la società sia in grado di pagare i propri debiti attraverso i propri flussi di cassa, senza attingere a finanziamenti da parte di terzi.
Se l’azienda è in grado di far fronte a tuoi debiti, senza chiedere soldi a terzi, significa che è sana. Quando, per varie ragioni non è in grado, vuol dire che si trova in uno stato di insolvenza.
Le imprese dovranno quindi dotarsi di sistemi informativi in grado di effettuare un controllo di gestione dei flussi di cassa, un budget e un piano d’impresa che permettano di rilevare eventuali segnali di crisi.
Quali aziende sono obbligate a nominare l’Organo di controllo secondo il nuovo codice delle Crisi d’impresa?
Molti imprenditori saranno obbligati a nominare l’Organo di Controllo o un Revisore che ha il compito di vigilare sul buon andamento dell’azienda e di garantire l’equilibrio economico finanziario.
L’obbligo di nomina scatta quando negli ultimi 2 esercizi consecutivi si è superato uno dei seguenti limiti:
- attivo patrimoniale: 4 milioni di euro;
- ricavi da vendite e prestazioni: 4 milioni di euro;
- numero di dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 20 unità.
La nomina verrà effettuata direttamente dall’assemblea attraverso la modifica dello Statuto. Nel caso in cui quest’ultima non è in grado di farlo, sarà il Tribunale territorialmente competente a procedere alla nomina dell’Organo di Controllo o Revisore.
Procedura di allerta: qual è il compito dell’imprenditore?
L’imprenditore nel caso in cui non riesce a garantire il pagamento dei debiti per almeno i prossimi sei mesi e le prospettive di continuità aziendale è tenuto ad attivare la c.d. procedura dall’allerta.
Parliamo di un sistema che mira a prevenire lo stato di crisi dell’impresa evitando di arrivare all’insolvenza (ovvero quando ormai non riesce più a far fronte ai debiti con le proprie risorse interne) e trovare un accordo con i creditori.
Se interviene tempestivamente – avendo pieno monitoraggio dei flussi aziendali – riesce ad procedure liquidatorie che possono portare al fallimento ed evitare anche pesanti sanzioni.
Se non lo fa, la procedura di allerta potrà essere attivata anche dall’Agenzia delle Entrate, dall’INPS o dall’agente della riscossione qualora lo scaduto supera determinate soglie.
Durante la fase di allerta, sarà compito dell’OCRI (Organismo di composizione della crisi d’impresa) costituito per ogni singola Camera di Commercio presente nel nostro territorio gestire la crisi cercando di ristabilire l’equilibrio economico finanziario nel più breve tempo possibile.
Quello che non è scritto ma è estremamente importante
Quello che ancora non è scritto nella norma, ma che si può facilmente presupporre è che, i nuovi indicatori del Codice della Crisi, saranno sempre più utilizzati anche per cose che potrebbero sembrare banali.
Ad esempio una dilazione di pagamento o un ravvedimento operoso che verranno concessi solo se l’azienda si dimostra solvibile dimostrando uno stato di salute ottimale dell’azienda.
Se non è in salute, e gli indicatori sono negativi, non verrà più data una dilazione di pagamento, figuriamoci una linea di credito da parte della banca o da terzi finanziatori.
Il controllo dei flussi non è mai stato così facile
La nuova norma a causa del Coronavirus entrerà pienamente in vigore l’1 settembre 2021 ma prima ti prepari, meglio riuscirai ad affrontare il cambiamento.
Per avere un’azienda sana, la stessa deve essere regolare con i pagamenti. Ma per essere in regola con i pagamenti, occorre monitorare gli incassi, perché se non hai liquidità, difficilmente potrai pagare.
Tali misure rendono sempre più necessario l’attuazione di un Controllo di Gestione e soprattutto della tesoreria aziendale, al fine di poter rispondere alle peculiarità della riforma.
Tutto ciò, però, comporta un aggravio dei costi per le imprese ed, in particolare, per quelle di modeste dimensioni, le quali dovranno munirsi di figure valide, come ad esempio un CFO (Direttore Amministrativo e Finanziario) con competenze specifiche nel controllo di gestione.
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